Sapevate che uno degli alimenti che oggi accompagnano i nostri pasti in realtà è nato come “cura”?
Il re d’Italia Vittorio Amedeo II da bambino non godeva di una salute ferrea e digeriva con particolare difficoltà la mollica di pane. Perciò, il medico di corte, Teobaldo Pecchio, incaricò il fornaio della famiglia Savoia di creare un alimento che nutrisse il futuro erede al trono senza aggravare le sue già precarie condizioni. Nacque così il grissino, un alimento più digeribile e dalla conservazione più duratura rispetto al pane e si diffuse in poco tempo anche nel resto del Paese, amato e apprezzato da tutti.
Il Re Carlo Felice ne faceva incetta mentre assisteva agli spettacoli del Teatro Regio; Napoleone Bonaparte creò un servizio di corriera, da Torino a Parigi, interamente dedicato al trasporto del prelibato alimento.
Non solo la nobiltà si innamorò dell’ormai celebre “pane allungato”, ma ben presto anche la popolazione cominciò a preferire il grissino al classico pane di tutti i giorni, favorendone il diffuso utilizzo anche al di fuori della città sabauda.
L’alternativa alla cioccolata è nata a Torino.
Nel 1806, Napoleone Bonaparte impose il blocco delle importazioni di prodotti dall’Impero britannico e dalle sue colonie verso l’Italia. Tra i tanti alimenti che cominciarono a scarseggiare nelle dispense dei torinesi spiccava il cacao, da cui veniva ricavata la cioccolata tanto amata dalla classe nobiliare.
I pasticceri di Torino, per soddisfare le esigenze dei propri sovrani, sostituirono il cacao con l’altrettanta prelibata Tonda Gentile delle Langhe, una tipologia di nocciola molto ricercata nelle tavole dei torinesi. Dalla polvere della nocciola venne ricavato un impasto molto simile a quello del cioccolato. Da tradizione, si dice che un colpo di cucchiaino dato a questo impasto crei un cioccolatino dalla forma simile a quella di un lingotto. Questo veniva lanciato nelle strade durante le festività di Carnevale da Gianduja, la maschera teatrale rappresentativa di Torino. Ed è proprio da qui che la tipica crema torinese prende il suo nome, mentre il derivato cioccolatino è il celebre Gianduiotto.
Tempi bui a Torino, quando ancora venivano eseguite le temute pene capitali.
Nonostante fossero previste dalla legge, chi le eseguiva non veniva di certo visto di buon occhio. Il mestiere del boia era reputato dai cittadini di Torino “senza lode”. Lui e i componenti della sua famiglia venivano trattati con disprezzo da chiunque. Ad esempio, i panettieri erano soliti servire il boia passandogli il pane al contrario, proprio come segno di denigrazione. Stanco di subire tali umiliazioni, il boia di Torino, Piero Pantoni, si rivolse alle autorità, chiedendo che venisse abolita tale usanza e venne quindi emessa un’ordinanza che vietava ai panettieri di continuare questa pratica. Per non venire meno alla legge ma continuare comunque a mostrare il proprio disprezzo al boia, i panettieri di Torino crearono un pane quadrato, che non facesse capire al malcapitato se gli stessero servendo il pane al contrario o dal verso giusto. Proprio dalla sua forma prende il nome Pancarrè (letteralmente pane quadrato), dal quale poi nascerà un’altra eccellenza torinese: il tramezzino.
Curiosi di assaggiare queste prelibatezze?
Le potete trovare in tutte le caffetterie storiche di Torino, come Mulassano e Stratta. Arrivarci è molto facile, grazie alla linea di metropolitana che collega comodamente l’Hotel Plaza Torino al centro. Infatti, partendo dalla fermata Dante, si arriverà in pochi minuti proprio nel cuore della città, dove, tra storia e sapori, potrete scoprire la storia di Torino.